6 Agosto 2022 – Visita della mostra archeologica “Le forme dell’acqua. Usi, gestione e paesaggio nell’antica Agrigento”
Sabato 6 agosto, alle ore 18,30, una rappresentanza della Sezione Fidapa di Agrigento con la Presidente Carmelina Guarneri ha visitato, nel suggestivo scenario della caserma dei carabinieri “Biagio Pistone”, la mostra archeologica “Le forme dell’acqua. Usi, gestione e paesaggio nell’antica Agrigento”, nata dalla collaborazione tra il Parco Archeologico della Valle dei Templi e il Comando Provinciale dei Carabinieri di Agrigento.
Siamo state accolte dal maggiore Marco La Rovere, dall’ archeologa Maria Concetta Parello che (insieme all’ architetto Donatella Mangione) è stata una delle curatrici scientifiche dell’esposizione e da una rappresentante dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri.
L’iniziativa, come ci è stato spiegato inizialmente, è stata supportata dalla collaborazione con l’Arma dei Carabinieri che da sempre dimostra grande attenzione alla crescita culturale della comunità e all’educazione al patrimonio, su cui si fonda la consapevolezza ed il rispetto dello stesso patrimonio.
La visita è stata un emozionante percorso accompagnato dal racconto ricchissimo di particolari intorno all’acqua: un tema di grande interesse a partire dall’antichità e da cui sono emerse significative indicazioni sul ruolo della donna generatrice della vita, nella sua gestione dell’acqua nell’uso sacro, simbolico, civile, quotidiano, narrando dei luoghi destinati a segnare il passaggio dall’età infantile a quella adulta delle giovani donne akragantine, o mostrandoci decine di “porta profumi” , cimeli di quello che doveva essere una tipica produzione locale, piccoli contenitori a forma di testa di donna adatti a conservare essenze.
Agrigento, sin dall’antichità, aveva un sistema idrico all’avanguardia, e il racconto ha evidenziato come la città di Akragas era concepita come “città delle acque”, in netta antitesi con la “assetata” città di adesso.
L’archeologa Concetta Parello ci ha, infatti, raccontato che Agrigento non è sempre stata così. Era anzi tutt’altro: aveva, nell’antichità, un sistema di gestione idrico all’avanguardia. E fu – da Terone in poi, che si avvalse dell’architetto Feace per realizzare ad Akragas uno dei maggiori acquedotti esistenti – un vero e proprio punto di riferimento. “L’acqua, allora, assolveva a tante funzioni, comprese quelle dei luoghi sacri e delle Terme ritrovate al Quartiere Ellenistico-Romano”.

“Non c’era una rete unica, ma un gruppo di ipogei che fornivano acqua a singole aree della città, ma anche pozzi e cisterne d’età romana. E poi tante fontane, anche il santuario rupestre legato al culto delle acque che sgorgano da due cavità naturali era una fontana e ci ha descritto il lungo percorso del suo restauro e dello sue personali emozioni provate durante i faticosi lavori.
Oltre ai reperti archeologici tra cui una maestosa vasca a ciabatta che si è lasciata ammirare in tutto il suo bizzarro splendore, ci hanno particolarmente colpite le vignette allestite per i piccoli che raccontano la storia della nascita della città di Agrigento.














































